Perché aggiungere solfiti nei Vini.

Vini biologici

Solo Vini Genuini

Vini senza solfiti aggiunti è possibile?

A cosa servono i solfiti aggiunti nei Vini?

L’enologia corrente ritiene indispensabile l’impiego dell’anidride solforosa perché consente di mantenere sotto controllo lo stato microbico e ossidativo del mosto-vino con relativa facilità e contenendo al minimo le spese.

L’IMPIEGO DI FUMI  di anidride solforosa, prodotto dalla combustione di zolfo per risanare i tini è una pratica molto antica.

Il suo utilizzo in vinificazione, invece, risale al periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale e si è diffuso enormemente nonostante gli evidenti rischi per la salute.

La FDA (Food and Drug Administration) statunitense ne ha proibito l’uso sui cibi da consumare freschi e la Svizzera e l’Australia hanno vietato l’impiego

In effetti, oltre che in vinificazione, i solfiti vengono usati in moltissimi alimenti:

Baccalà, gamberi, crostacei freschi o congelati, frutta secca, prodotti sottaceto e sottolio, marmellate, etc.

Proprio per questo, la dose giornaliera ammissibile di anidride solforosa per l’uomo stabilita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità viene spesso superata con facilità, anche da un bevitore moderato.

Vini Senza solfiti Aggiunti, impossibile?

No è Possibile

Meglio biologico

Ecco perché alcuni disciplinari di agricoltura biologica  hanno dimezzato i limiti di legge consentiti per i vini convenzionali.

Alcuni viticoltori più sensibili e coraggiosi oggi vinificano senza aggiunta di SO2(anidride solforosa).

Per fare questo è necessario programmare la vinificazione sin dal vigneto tornando ad una vigna senza chimica e meno tecnologica in modo da ottenere vini unici, inimitabili.

La coltivazione deve essere biologica o biodinamica, rispettosa della zona del vitigno, evitando forzature come irrigazione, concimazioni chimiche e antiparassitari sistemici che tendono a stimolare la produzione quantitativa della pianta a scapito di quella qualitativa.

Vino buono in corpore sano!

In questo modo il vino acquista valore anche come integratore alimentare e si può inserire nella dietetica clinica perché vengono esaltate le proprietà medicamentose dell’uva.

Questi vini senza solfiti aggiunti SO2 sono più ricchi di antiossidanti, come i poli-fenoli e in modo particolare di Resveratrolo, dalle note proprietà anti-cancerogene.

Questo antiossidante, ritenuto una vera e propria fonte di giovinezza, in verità è stato trovato essere attivo nel ridurre il colesterolo LDL, o cattivo, prevenire le malattie cardiache e cardiovascolari, e anche il cancro.

Altri benefici, oltre al effetto  anti-invecchiamento sarebbero un’azione benefica contro l’infiammazione organica e nel controllo del metabolismo.

Ma come fa il Resveratrolo a essere così benefico, come una sorta di tutto fare?

A dare finalmente una risposta sarebbero stati i ricercatori dell’Università della Florida – The Scripps Research Institute (TSRI), che hanno identificato una delle vie molecolari che il Resveratrolo utilizza per produrre la sua azione benefica.

Un vino che oltre ad essere piacevole al gusto, dà forza e coraggio per affrontare gli eventi della vita, vivo e ricco di energia vitale.

Un Vino ottenute da uve sane che non contengono chimica e che vengono vinificate utilizzando il minimo indispensabile di solfiti non fa venire il mal di testo e bruciori di stomaco.

Vuoi sapere quello che Bevi?

Leggi l’etichetta solo così puoi capire se un vino è Genuino o meno.

Noi siamo per la Qualità non siamo interessati alla quantità a discapito della Qualità.

Scopri i Nostri Vini Genuini prodotti  con uve da vino coltivate con metodo d’agricoltura biologica e ottenuti direttamente nella cantina aziendale.

Solo Vini Genuini

Solo Vini Genuini

Perché Salumi Senza Glutine.

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Spesse volte durante le fiere o  le degustazioni  che faccio per presentare i miei Salumi Senza Glutine spiego ai visitatori perché i miei Salumi sono senza Glutine,senza Conservanti (Nitriti e Nitrati) e senza Lattosio.

Mi viene chiesto come mai c’è il latte negli Salumi e Salami?

 La risposta per me è ovvia e scontata perché avendo le giuste conoscenze e competenze sono in grado di spiegare per quale motivo c’è il Glutine nei salumi e il perché.

Per chi  utilizza della carne di scarsa qualità è un percosso obbligato in quanto la stessa contiene molta acqua che ne impedisce la stagionatura.

Questo è il motivo principale per il quale viene usato il latte in polvere nell’impasto è perché il latte serve a far amalgamare la carne di scarsa qualità per farla stagionare.

Allora mi viene posta un’altra domanda:

Come mai la carne di scarsa qualità contiene più acqua?

Risposta:La carne contiene più acqua per vari fattori:

1°) Perché gli animali vengono macellati in tenera età massimo 7/8 mesi di vita 12/15 mesi quelli destinati alla produzione di prosciutti di  Parma o San Daniele

2°) Perché vengono allevati in ambienti chiusi dove vivono affollati, senza potersi muovere liberamente e respirano ammoniaca prodotta dalle loro urine

3°) L’uso di cortisoni,antibiotici e alimenti come le farine di carni per favorire una rapida crescita a discapito dell’animale e della qualità del prodotto finale.

Naturalmente come ribadisco in un altro post per la preparazione del latte in polvere si usa la farina di frumento(che a sua volta contiene glutine)di conseguenza troviamo il Glutine nei salumi  perché utilizzando Latte in polvere oltre al Lattosio c’è anche il Glutine.

In poche parole per ottenere dei Salumi che costano poco ma di scarso valore nutrizionale le industrie alimentari che producono salumi con carne di scarsa qualità o con alte cariche batteriche è l’unico modo per stagionare i salumi devono per forza usare dei Conservanti(Nitriti e Nitrati) Latte in polvere che contiene Glutine.

Se devi acquistare dei Salumi e vuoi preferire i fiordisalumionline ne sarò lieto ma quello che mi preme raccomandarti è di non consumare Salumi con Glutine e Conservanti perché non solo sono poco salutari e fanno male alla salute ma sono quelli che contribuiscono a far allevare i suini in modo intensivo.

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Grazie al prossimo articolo

Buona & lunga vita da Nandino

Salumi Genuini

I nostri salumi parlano da soli

 

 

Quando nel 2000 ho iniziato a produrre i miei primi salumi con la carne dei miei porci che allevavo e allevo allo stato semi-brado e secondo natura mi è venuto spontaneo chiamarli Salumi Nostrani Lucani perché ritenevo che oltre ad essere dei Salumi Genuini erano anche Nostrani cioè della mia azienda,del mio paese,dei miei luoghi, come quelli fatti in case anche se in quantità maggiore.

Dei Salumi Caserecci non industriali ma fatti alla nostra maniera come si usava e si usa nei nostri paesi della Lucania(Basilicata).

Poi mi sono reso conto osservando i salumi di altri produttori che i loro salumi portavano la stessa dicitura”Nostrani” ma che di nostrano non avevano un bel niente eccetto che erano o sono realizzati in salumifici situati sul nostro territorio con carne proveniente da chi sa dove e con l’ utilizzo di Conservanti,Latte in polvere e zuccheri(saccarosio e glucosio).

Allora decisi di chiamarli Fiordisalumi i Senza Conservanti. l’idea del Fior mi è venuta osservando i miei porci che in primavera nei pascoli si nutrivano e si nutrono anche dei fiori spontanei che nascono insieme alle erbe.

Senza conservanti perché appunto non usandoli sono Genuini,Caserecci,Nostrani ma non perché sono fatti in Basilicata ma perché sono prodotti o meglio tutta la produzione dall’allevamento alla lavorazione e trasformazione viene realizzata in Basilicata secondo le tradizione dei nostri paesi e le ricette tramandate dalle nostre Nonne e Mamme.

Per saperne di più visita il sito:

www.salumionline.it Continua a leggere

Ancora raccomandazioni dalla Scienza

Alla larga da questi salumi
Alla larga da questi salumi che sono Belli e Invitanti:
Ma hanno  un problema fanno male alla salute. Perché??

perché contengono Nitriti , Nitrati,Polifosfati e ecc.

Gli addetti ai lavori la chiamano carne lavorata, in inglese ”processed meat”. In soldoni stiamo parlando di salsicce, prosciutto, salame, mortadella, pancetta e simili. Che non facessero benissimo ce lo immaginavamo, ma il legame con il cancro del pancreas restava da chiarire. Lo ha fatto un gruppo di ricercatori svedesi in uno studio appena pubblicato, dal quale risulta che il consumo quotidiano di 50 grammi di questi prodotti aumenta del 19% il rischio di contrarre questo tumore.

Si tratta in realtà di un tipo di cancro piuttosto raro (in Italia colpisce 6.000 persone l’anno) ma con una mortalità molto alta, legata anche al fatto che comincia a dare sintomi quando è ormai diffuso e ha attaccato altri organi. La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è del 5% circa. Ecco perché individuare possibili fattori di rischio è ancora più importante. L’unica vera arma contro questo tumore consiste nel prevenirlo.

Nella meta-analisi svolta dal Karolinska Institutet di Stoccolma, che comprendeva 6.643 casi di tumore al pancreas, si è cercato di stabilire il legame tra consumo di carne rossa e di carne lavorata e il rischio cancro in donne e uomini. Il legame tra il loro consumo e altri tipi di tumore (al colon-retto, e allo stomaco per esempio) era già stato evidenziato, ma mancavano prove certe per quello al pancreas.

Per calcolare l’impatto dei consumi alimentari i ricercatori hanno riportato tutti i risultati degli 11 studi presi in esame alle porzioni abituali: 120 grammi per la carne rossa, 50 grammi per la carne lavorata. Cosa hanno scoperto? Che negli uomini un consumo quotidiano di 120 grammi di carne rossa aumentava del 29% il rischio di tumore al pancreas mentre non è stata trovata alcuna associazione per le donne.

Quando sono passati a esaminare i rischi legati al consumo di carne lavorata, però, l’aumento del rischio pari al 19% che hanno individuato è risultato valido per entrambi i sessi. Per chi poi si spingesse a un consumo doppio rispetto alla porzione media, ovvero 100 grammi, l’equivalente di una salsiccia al giorno, il rischio risultava ugualmente raddoppiato, pari cioè al 38%.

Un’ulteriore conferma che ciò che mangiamo ha un’influenza notevole sulla nostra salute e ci può esporre maggiormente al rischio cancro o, al contrario proteggerci. Il rapporto tra cibo e tumori sarà al centro dell’iniziativa dell’Airc Le arance della salute: sabato 4 febbraio in 2.000 piazze italiane saranno vendute 400.000 reticelle di arance rosse di Sicilia e sarà l’occasione per parlare del rapporto tra tumori e alimentazione. Intanto Panorama.it ha intervistato Anna Villarini, biologa nutrizionista dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano.

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Cosa dobbiamo imparare da questo studio?

Il legame con il tumore al pancreas emerge non tanto  per le carni rosse, (comunque c’è se sono consumate in eccesso), quanto per le carni processate. Queste sono più rischiose perché nella lavorazione vengono aggiunti nitriti e nitrati, sostanze che nel nostro organismo formano le nitrosammine, cancerogeni molto potenti che appartengono alla classe 1A, la più alta.

Se 50 grammi di insaccati al giorno aumentano il rischio, quanti dovremmo mangiarne?

Il problema è che né questo né altri studi precedenti sono riusciti a evidenziare una dose soglia, sotto la quale si può stare tranquilli. Le raccomandazioni del fondo mondiale per la ricerca sul cancro dicono: evitate il consumo di carni processate.

Ma in Italia se ne fa un consumo elevato?

Sì, specialmente in alcune zone come l’Umbria e l’Emilia Romagna, dove infatti l’incidenza di alcuni tumori, come quello allo stomaco, è più alta. Esistono alcuni prosciutti Dop che sono privi di queste sostanze dannose (lo si capisce dall’etichetta). In questo caso il rischio è pari a quello rappresentato dal consumo di carne rossa. Ma per il resto non c’è salame Dop o mortadella bio che tenga: i nitrati e i nitriti sono in tutte le carni processate.